Come liberarsi dai debiti: ecco la via d'uscita alla portata di tutti.
- Gestione crisi e fallimenti
Generalmente si pensa che il fallimento sia la peggior fine che un'impresa possa fare. Sbagliato (e in questo post spieghiamo meglio perché). In realtà, più spesso di quanto s'immagini, il fallimento è l'unica via di uscita per l'imprenditore da una situazione che ormai non riesce più a controllare.
Ma fallire non è da tutti. La legge stabilisce che per accedere a una procedura fallimentare bisogna essere imprenditori
ed avere determinate dimensioni: aver superato almeno una volta
negli ultimi tre anni 300.000 di attivo patrimoniale, 200.000 di
ricavi lordi o 500.000 di debiti.
Cosa possono fare allora le piccole imprese e, soprattutto, i privati? Se non riescono a pagare i propri debiti, rimarranno con la spada di Damocle dei creditori alla porta per tutta la vita? La rottamazione delle cartelle Equitalia è una soluzione parziale (riguarda solo i debiti con il fisco), e comunque i termini per aderire sono ormai chiusi. Il problema negli ultimi anni si è fatto via via più importante ed esteso. È sempre maggiore il numero di privati e micro aziende che hanno una situazione debitoria insostenibile: un fenomeno favorito dalla crisi finanziaria, dall'aumento del credito al consumo e da altri fattori.
Il legislatore è quindi intervenuto creando una procedura simile a quella di fallimento, sopra vista per le imprese, ma rivolta ai privati. Il d.l. 18 ottobre 2012 n.179, convertito in legge 17 dicembre 2012, n.221, introduce nel nostro ordinamento la composizione della crisi da sovraindebitamento. Le procedure di composizione sono state specificatamente pensate per tutti quei casi in cui è presente un forte squilibrio tra quanto si possiede e quanto si deve.
Secondo la vecchia normativa, i soggetti in questa situazione erano continuamente esposti alle azioni esecutive individuali dei propri creditori con tutti i propri beni, presenti e futuri. Invece con i nuovi strumenti - che hanno trovato applicazione concreta solo negli ultimi anni - i debitori possono usufruire di un importante sconto sulle somme dovute e di altri specifici vantaggi.
La composizione della crisi da sovraindebitamento non comporta la perdita da parte dell'interessato del proprio patrimonio, ma prevede un accordo sotto il controllo del Tribunale tra il soggetto e suoi creditori, in modo che il primo possa liberarsi definitivamente di debiti che non riuscirebbe mai a pagare e i secondi possano ottenere il rientro massimo possibile del proprio credito. Per la ristrutturazione del debito, la normativa prevede tre tipi di procedure:
1) accordo di composizione della crisi;
2) piano del consumatore;
3) liquidazione del patrimonio.
Tutte queste possibilità sono state create per aprire una via d'uscita a chi è costantemente sottoposto a procedure esecutive, o a chi si vede continuamente notificare cartelle dal fisco: una spirale crescente, dato che chi è impossibilitato a pagare vede aumentare ogni giorno le somme dovute. Ma se c'è una via d'uscita dal sovraindebitamento per tutti i tipi di debitore, trovare la strada giusta non è da tutti. Meglio farsi guidare da professionisti specializzati: come lo Studio Legale Ferroni di Parma, responsabile dei contenuti di Difesa d'Impresa.
Una crisi di sovraindebitamento, specie se prolungata nel tempo, può avere implicazioni legali che richiedono competenze in diritto fiscale, diritto bancario, diritto commerciale e societario. Grazie alla sua esperienza nei contenziosi con l'erario e con gli istituti di credito, l'avvocato Ferroni accompagna il cliente lungo tutto l'iter della procedura: dalla valutazione preliminare alla ristrutturazione del debito, dal rapporto con il Tribunale fino alla conclusione. Anzi: all'uscita.
Perché, lo abbiamo scritto e lo ripetiamo, dal sovraindebitamento si può uscire. Con i nuovi istituti di composizione è possibile trovare o, meglio, concordare una soluzione con i creditori privati o il fisco, liberandosi definitivamente del peso insostenibile a cui si è stati sottoposti per troppo tempo.